Di Costanzo: “Quell’ultima telefonata con Franza… “ 0 by Pianeta Messina in Cat.3 — 7 Feb, 2014 Riavvolgiamo il nastro di quasi sei anni. E torniamo a quella sciagurata decisione della famiglia Franza di abbandonare la nave e fare affondare il Messina nell’inferno dei dilettanti. Quell’anno maledetto, al timone del Messina che aveva chiuso dignitosamente il campionato cadetto con una tranquilla salvezza, c’era Nello Di Costanzo, che domenica tornerà al “S. Filippo”. Quell’ultima volta è datata 28 maggio del 2008. A Messina è di scena il Lecce lanciatissimo verso la Serie A. I pugliesi vincono per 3-1, ma il peggio per Di Costanzo, i calciatori (ricordiamo i vari Cordova, Biancolino, Degano, Parisi) e i tifosi giallorossi doveva ancora arrivare. Il 14 luglio, infatti, il Messina viene escluso dal campionato per la mancata iscrizione. I Franza gettano la spugna, dichiarando un “buco” di oltre 20 milioni di euro (c’è in corso, ricordiamo, un processo a carico dei fratelli Franza e di altre persone per bancarotta e falso in bilancio) e il 25 luglio viene ripescato al suo posto l’Avellino. E’ il giorno più buio del calcio a Messina, ancora peggio di quello già vissuto nell’era Massimino. Nel giro di soli due anni, in pratica, il Messina passa dal Paradiso della A all’inferno dei dilettanti. Il ritorno al “S. Filippo” di Nello Di Costanzo, inevitabilmente, fa tornare in mente quei giorni terribili. E con l’attuale tecnico dell’Aversa Normanna iniziamo da lì la nostra chiacchierata. “Per me fu un vero trauma, avevo un altro anno di contratto, non mi sarei mai aspettato che potesse finire in quel modo. Messina per me fu un trampolino di lancio, il momento più bello della mia carriera. Pensate che con il dg Gasparin avevamo anche iniziato a prospettare un rafforzamento della squadra per puntare alla promozione l’anno successivo”. – Invece, poi, arrivò la stangata. Ma quando hai parlato per l’ultima volta con il presidente Franza? “In occasione delle rescissione del contratto. Ma è stato un colloquio per telefono, prima del 30 giugno. Tutti i tesserati, compreso il sottoscritto, avanzavamo cinque stipendi e dopo il 30 giugno abbiamo deciso di lasciare la squadra”. – Ma cosa ti ha detto al telefono Franza? “Ora non ricordo bene le parole, ma ha parlato poco. Io gli dissi che ero molto dispiaciuto, lui in sostanza rispose che non potevano più andare avanti e che avevano deciso di non iscrivere più la squadra. Non parlò molto in quella telefonata”. – Poi quei cinque stipendi li avete presi? “Per fortuna sì, ma dopo un po’ di tempo”. – Ora tornerai, anche se da avversario, allo stadio “S. Filippo”. Che sensazione provi già adesso? “Una grande emozione. Quello stadio, la città di Messina, i tifosi, hanno rappresentato il momento più importante della mia carriera. Tra le tante cose che ricordo, quelle visite che facevamo ai ragazzi meno fortunati del Don Orione. Gli portavamo un sorriso, dei gadget, loro erano tanto contenti”. – Stop ai ricordi. Che partita ti aspetti domenica? Luca Orlando, bomber dell’Aversa Normanna “Mi aspetto un Messina che cercherà di fare la partita. Siamo consapevoli della sua forza, credo che la classifica non rispecchi il reale valore della vostra squadra, ma la parola preoccupazione la tolgo dal mio vocabolario, altrimenti la partita l’abbiamo già persa in partenza”. – Il nuovo difensore del Messina, Pepe, conosce bene Il vostro bomber Orlando. Hanno giocato insieme a Pagani con Grassadonia allenatore. Secondo te, nella marcatura chi sarà avvantaggiato? “Bella domanda. Credo che alla fine qualche vantaggio lo avrà il difensore, ma io confido nella bravura di Orlando che domenica scorsa ha fatto un bel gol a Sorrento. Comunque l’Aversa in attacco non è solo Orlando, che anche Comini, un argentino molto bravo che abbiamo preso nel mercato di gennaio”. PIANETA MESSINA Share