GRASSADONIA: “NON DICO NULLA, VADO VIA A TESTA ALTA”
5Ferrigno l’aveva convinto ad allenare il Messina, ora ha avuto l’ingrato compito di comunicargli l’esonero. Il ds peloritano, da poco tornato alla corte di Lo Monaco, stamattina al “San Filippo” ha dovuto dire di persona a Grassadonia che la società lo aveva sollevato dall’incarico. Sembra passato un secolo da quel 3 dicembre 2013, quando il tecnico salernitano accettò la proposta del Messina. Una scelta ripagata con la trionfale cavalcata che portò il Messina – dopo l’esonero di Catalano e l’innesto di qualche pedina di valore – fino al primo posto nel campionato di Seconda Divisione.
Sei mesi tutti d’un fiato, con una squadra che inizia a scalare posizioni fino alla promozione in Lega Pro. Un Messina targato Grassadonia che pratica, a detta di tutti, il più bel calcio del girone. Sembrava l’inizio di un progetto importante, invece così non è stato. L’approdo in Lega Pro non è coinciso con l’allestimento di un organico affidabile. E il peccato originale dell’attuale momento del Messina va ricercato nel ritiro estivo di Camigliatello, con il Messina che sembrava più un cantiere aperto che una squadra con una propria identità. E più volte Grassadonia fece capire di essere preoccupato per quell’andazzo, salvo poi decidere di restare alla guida del Messina.
Ma già dopo l’eliminazione in Coppa Italia, Grassadonia pensò di abbandonare la panchina prima dell’inizio del campionato, ma il suo sfaff tecnico lo convinse a soprassedere, nella speranza che qualcosa potesse cambiare. Cioè che la società rafforzasse effettivamente l’organico. Ma così non è stato, compresa la “finestra” di gennaio.
Contattato al telefono, Grassadonia non ha voglia di parlare dell’esonero. “Non voglio dire niente – ci spiega mentre è in viaggio verso casa – non credo sia il caso di rilasciare dichiarazioni. Direi che non c’è niente da commentare. E’ una cosa che fa male, vado via a testa alta”.
PIANETA MESSINA
A testa alta non direi, si doveva dimettere ma da almeno dieci giornate.
sono convinto che Grassadonia è un tecnico di cui,in futuro,sentiremo parlare bene.
sono,però,convinto che questa esperienza messinese aiuterà l’uomo Grassadonia a maturare,gli farà capire che nel calcio come nella vita bisogna avere il coraggio delle proprie scelte e il tecnico/uomo Grassadonia avrebbe dimostrato di avere tale coraggio non accettando di guidare il Messina,che giustamente considerava debole e poco adatto alla categoria.
comunque,grazie Grassadonia per averci lo scorso campionato fatto sognare,e solo un ciao per non aver lasciato questa armata brancaleone quando aveva capito che tale era…………..
purtroppo come sempre succede , le responsabilità sono dell’allenatore, anche se noi tutti sappiamo che sono i giocatori a non essere all’altezza della situazione, ci rimette sempre il mister in certe situazioni, sono sempre più convinto che parecchi giocatori non lo volevano per cui il loro comportamento in campo era fatto apposta per far in modo che Grassadonia fosse esonerato, e rimango sempre sempre più convinto che la maggior parte dei calciatori esclusi naturalmente tre elementi non sono adatti a questa categoria per cui non so che fine possiamo fare , ma so solo che quando si acquistano o prendono in prestito gratuito giocatori quantomeno gli si deve chiedere che intenzione hanno , altrimenti meglio si stiano a casa!!!
quale testa?
Avrà fatto i suoi errori Grassadonia ma non di certo si può dare la colpa a lui di questo campionato penoso. Ragazzi è dal ritiro in Sila che ripete sempre che il Messina aveva bisogno di ”giocatori” e la società cosa gli ha dato? Ve lo dico io: M..DA! L’esonero probabilmente è la cosa più brutta che un allenatore può accettare, ma in questo caso meglio per Grassadonia che sia stato sollevato dall’incarico. Ragazzi ci rendiamo conto di come siamo messi male? Non abbiamo un solo giocatore capace di giocare a calcio, uno come Mourinho avrebbe abbandonato il progetto dopo la sconfitta di Barletta a inizio torneo.
Ringrazio il mister che stimo e stimerò tantissimo per la stupenda cavalcata della scorsa stagione, gli bastarono poche pedine per rendere una squadra di eccellenza un gruppo che oggi sarebbe tranquillamente tra le prime 6 del girone. Ovviamente a Lo Monaco e company non piaceva l’idea.