Quel “testamento” mai annullato 0 by Pianeta Messina in Cat.5 — 10 Giu, 2015 Era il 3 Novembre 2014. Fu la prima volta che Lo Monaco pronunciò la parola “lascio”. Un’intervista di “prima mano”, mai smentita perchè vera, rilasciata dal patron a Pianeta Messina. Una sorta di “testamento”, sottovalutato dalla piazza e anche da diversi organi d’informazione. Molti, sbagliando, ridussero le parole di Lo Monaco a semplice sfogo, uno dei tanti del proprietario del Messina. Ma quelle parole – un grido di dolore per l’asfittica risposta della città alle fatiche della squadra di calcio – sono rimaste lettera morta. Anzi le cose sono anche peggiorate, con la squadra che ha iniziato a perdere colpi e con il patron sempre più dimesso, lontano parente da quello cazzuto visto la stagione precedente con quel “boia chi molla” in sala stampa. Pietro Lo Monaco, da quel 3 novembre 2014, non ha mai detto di averci ripensato. Anzi, negli ultimi mesi, è proprio sparito dai radar. E della sua ultima sua apparizione, il 13 marzo scorso per la presentazione del tecnico Di Costanzo (nella foto) c’è rimasta impressa l’immagine sbiadita di un Lo Monaco irriconoscibile. Tono dimesso, poche parole e forse la testa già altrove. Sono passati tre mesi da quel giorno, con una retrocessione indigesta in più e un futuro tutto da scoprire. Con o senza più Lo Monaco. Di seguito riproponiamo l’intervista dello scorso 3 Novembre. Contattiamo telefonicamente Pietro Lo Monaco intorno alle 12,30 e la prima domanda, di prassi, è sul pareggio di Melfi. La risposta arriva subito, ma è una sorta d’introduzione a ciò che il “patron” dirà senza mezzi termini sull’impegno futuro della famiglia Lo Monaco con il Messina. E non sono buone notizie per i tifosi. “Il pareggio di Melfi? La squadra è assolutamente in linea con gli obiettivi iniziali della società. Noi veniamo da due campionati al primo posto – ricorda Lo Monaco – che ci hanno proiettato in un campionato che è una sorta di B2 da tenersi stretto. Questo avvio di stagione ha detto cose importanti, cioè abbiamo mille difficoltà. E’ un campionato pesante dal punto di vista economico e l’ambiente sta dimostrando che non è adeguato, non è pronto a fare calcio. Direi – aggiunge il proprietario del Messina – che c’è un rifiuto. Ormai sono tre anni che siamo qui a fare calcio, non voglio fare polemica con nessuno, ma è un dato di fatto. I numeri sono impietosi, nelle ultime cinque partite abbiamo fatto la miseria di 13mila euro d’incasso. Ma se per organizzare ogni partita in casa ci costa 6mila euro e ci rimettiamo la metà con questi incassi ridicoli, come si può pensare di andare avanti così?”. – Che significa, che state ripensando al vostro impegno? “Dico solo una cosa. Non è più possibile che si possa pensare di mantenere un giocattolo in un territorio che lo rifiuta. Così non si può fare calcio. Io non sono un imprenditore, l’ho detto sempre, non ho altri interessi in città, il mio è stato un gesto d’amore, metto solo i soldi e la riposta è stata zero, a parte lo zoccolo duro che ringrazio. A questo punto – annuncia Lo Monaco – visto che la mia famiglia ha preso un impegno, a costo di svenarci ancora, caschi il mondo, lo rispetteremo fino al 30 Giugno. Dopo questa data arriverà il momento del disimpegno, rimetteremo il mandato. L’ho detto più volte, con me il Messina non fallirà mai, ora siamo a un passo da certi palcoscenici, invito quindi gli imprenditori della città a fare un passo avanti. Oppure se qualche magnate o grande imprenditore vuole investire ed è disposto a spendere per fare calcio a Messina, noi gli consegneremo una società sana, ripulita dai debiti, in una categoria importante come la Lega Pro”. – Decisione irrevocabile, oppure potreste ripensarci? “Per me la mancata risposta della città è stata una delusione pazzesca. Se avessimo avuto un riscontro diverso avremmo potuto impostare discorsi più ambiziosi. Ma se in ogni partita in casa dobbiamo anche rimetterci tremila euro, come si fa ad andare avanti? E’ una cosa che mi mortifica, credetemi. Ripeto, se avessi avuto una risposta forte della piazza non ci sarebbero stati limiti alla provvidenza sui nostri obiettivi. Ora, ribadisco, porteremo avanti il nostro impegno fino al termine di questo campionato. Non mi pare ci siamo le condizioni per continuare. Dopo il 30 Giugno metteremo la società a disposizione di eventuali acquirenti. Staremo ovviamente attenti agli sciacalli, perchè il Messina è un patrimonio che va tutelato”. – Ma se il Messina fosse primo in classifica o lottasse per vincere il campionato, crede che verrebbe la stessa gente allo stadio? “Non devo essere io a entrare nella testa della gente. Se l’asino avesse le ali, volerebbe? Noi non siamo un centro di analisi, siamo una società di calcio che racconta dati di fatto incontestabili, che sono sotto gli occhi di tutti. Nell’ultima partita in casa contro la Vigor Lamezia me ne sono andato a casa dopo 25 minuti. Non potevo vedere così poca gente allo stadio dopo una vittoria sul Lecce e un pareggio importante a Castellamare. Sono stato a vedere una partita della Salernitana in casa, il sabato, contro il Savoia. Credetemi, vedere 12mila spettatori fa rabbia. Ricordo che dopo la vittoria di Reggio Calabria, in casa contro il Matera eravamo sempre i soliti. Stessa cosa nella partita contro il Lecce”. PIANETA MESSINA Share