Bilancio a “scatola chiusa”. L’unica cosa certa è il debito di oltre 600mila euro con l’erario 0 by Pianeta Messina in Cat.2 — 22 Lug, 2015 Le parole, per dirla alla Lo Monaco, le porta via il vento. Allora se è vero – come riferisce il commercialista dell’Acr Messina Isidoro Torrisi – che il debito effettivo della società in vendita ammonta a circa 600mila euro, attendiamo trepidanti che finalmente qualcuno ci dica chi è il nuovo revisore unico nominato al posto di Isabella Gravina (che si è dimessa senza aver spiegato il motivo) e quando stilerà questa benedetta relazione con la quale sarà attestato che l’ultimo bilancio approvato il 25 giugno è limpido come l’acqua di una sorgente. Fatta la premessa, senza che qualcuno si offenda, riferiamo ciò che è successo veramente ieri a Catania nel corso del “faccia a faccia” tra Torrisi, Leonardo Termini (nella foto) il commercialista di fiducia dell’imprenditore Stracuzzi e l’avv. Antonio Fazio (legale vicino ad Arturo Di Napoli). E partiamo dall’ammontare del debito. Allo stato attuale – secondo quanto riferito dal commercialista dell’Acr ai due professionisti giunti da Messina – l’unica fetta corposa è quella delle pendenze con l’erario. Finora si era parlato di circa 400 mila euro. Il debito, invece, è lievitato ad oltre 600mila euro dilazionabile in una decina di anni. E solo di questo debito ha parlato Torrisi con i due interlocutori inviati a Catania dalla cordata d’imprenditori che vorrebbe rilevare il Messina calcio. Sulla carta, quindi, non ci sarebbero altre pendenze da onorare. Tutto sanato, tutto cancellato. Almeno sulla carta. E a proposito di carte, il commercialista Termini e l’avv. Fazio sono tornati a Messina con le copie dell’ultimo bilancio che ora dovrà essere spulciato con attenzione. E questo pomeriggio l’imprenditore Stracuzzi incontrerà il proprio commercialista per visionare tutti gli incartamenti e fare un’analisi approfondita. I dubbi, ovviamente, non sono stati spazzati via. Il primo è legato ad eventuali debiti che potrebbero saltare fuori all’improvviso, dopo la cessione delle quote. E tra questi, ad esempio, c’è quello con il Comune di Messina (circa 200mila euro) e con eventuali fornitori. C’è poi l’ultimo rebus da sciogliere. Manca ancora, infatti, la relazione del revisore unico che attesti una cosa fondamentale. Cioè che l’ultimo bilancio è stato redatto senza alcuna anomalia. Assumendosene tutta la responsabilità. PIANETA MESSINA Share