L’albero della cuccagna 5 by Pianeta Messina in Cat.5 — 25 Dic, 2016 Natale, amaro Natale. Buttiamola così se parliamo di calcio. Ma per fortuna il vero Natale è un’altra cosa. Ben più seria dell’arte della pedata. Quindi buon Natale a tutti i tifosi, ai nostri tanti lettori che in questi anni ci seguono con affetto, anche con un pizzico di critica che non guasta, ma con lo stesso amore che abbiamo per il Messina. Il Messina, appunto. Nessun innamoramento, sia chiaro, per il singolo. Nè presidenti, ds, allenatori, giocatori che si sono succeduti in questi ultimi anni tribolati. E allo stesso tempo nessuna acredine o cattiveria nei giudizi se le cose non funzionano. Ci sono i fatti che raccontano da soli la realtà. E la gente da casa è capace di farsi un’idea, di esprimere un giudizio. Pianeta Messina racconta i fatti, senza drogare la realtà. E accoglie i commenti. Anche quelli critici su qualche articolo o quelli che bocciano l’operato dell’attuale società. Che di errori, sia chiaro, ne ha commessi. Molti in buona fede, altri per inesperienza. Poi in campo ci vanno i calciatori, non tutti mezze calzette come a qualcuno conviene far credere. Perchè se è vero che quest’organico è orfano di un vero interditore di centrocampo che sappia fare la doppia fase, non è onesto dire che questa società ha allestito un’accozzaglia di poveracci. E in panchina c’è un allenatore, pagato per fare giocare a calcio undici professionisti, ad esempio spingendo di più sulle fasce per buttare palloni all’ariete Pozzebon, al quale devi chiedere soprattutto di far gol e non il “difensore” o il raccatta palloni a centrocampo. E non è un caso, forse, se il bomber peloritano ha segnato di più (cinque reti in 9 partite, media di un gol quasi ogni due partite) sotto la gestione Marra. Rendimento deficitario, invece, con l’avvento di Lucarelli. Solo tre reti in 12 partite (un gol ogni quattro gare). Freddi numeri, certo, che però fanno riflettere. Ma torniamo all’organico del Messina definito da più parti inadeguato. E ci chiediamo. Melfi, Taranto, Reggina, Siracusa, Monopoli, Casertana, Andria e Paganese (ci fermiamo qui) hanno organici da favola? Eppure corrono, se la giocano e i loro allenatori non si piangono addosso. Nessuno pretende calcio champagne o un bel quarto-quinto posto in classifica (eccesso di ottimismo del presidente), ma ridurre tutto a pane e salame e a una questione di palle è un esercizio troppo facile. Poi, ovviamente, le colpe della società restano. Ma per favore, non creiamo alibi all’allenatore e a chi scende in campo. E ora pensiamo solo a battere la Reggina. E’ l’unica cosa che adesso conta. PIANETA MESSINA Share