Il retroscena. Proto non ha voluto firmare la fidejussione. “Sugli stipendi situazione non chiara” 3 by Pianeta Messina in Senza categoria — 16 Lug, 2017 Metabolizzare sarà dura. Servirebbe una super dose di morfina per lenire il dolore che i tifosi veri stanno provando. I tifosi. Vere vittime, uccisi nell’anima due volte. Prima le false promesse, poi la fine ingloriosa del Messina. Ed è per loro, anche se ora è solo un palliativo, che dobbiamo raccontare la nostra ricostruzione di cosa è veramente successo nell’ultimo giorno, quel venerdì nero che ha segnato ufficialmente la parole fine dell’Acr. L’ultimo atto di una commedia dell’assurdo iniziata lo scorso marzo, con una serie di “attori” protagonisti (Proto e il suo staff), di comparse (chi assisteva alla commedia) e spettatori inermi (i tifosi). E in questo teatro tragicomico mettiamoci, ma tra le vittime, anche i calciatori. Che oggi ci raccontano tutte le promesse non mantenute dalla società, facendo nome e cognome, accusando anche l’ex proprietà, contro la quale hanno fatto ciò che avrebbero dovuto ripetere con la gestione Proto. Ma torniamo al giorno del requiem. Venerdì 14 luglio. Proto ha l’ultima carta da giocare per la fidejussione. Il giorno precedente, il patron del Messina si era già recato in banca a Catania versando un assegno circolare (nella foto esclusiva) non trasferibile, a nome proprio, di 9mila euro. Destinataria la Figc Roma. Si tratta della tassa per presentare il ricorso alla prima bocciatura della Covisoc. Nella stessa giornata Proto riceve una telefonata da un noto assicuratore messinese, contattato dal dg Manfredi. Si tenta la strada legata all’ipoteca di una proprietà immobiliare della famiglia Proto. Il tutto doveva sfociare nell’emissione di una polizza fidejussoria. Proto dà l’ok a mettere a disposizione l’immobile per salvare il Messina. Appuntamento all’indomani mattina, sembrava l’ultimo scoglio da superare per completare l’incartamento da inviare a Roma. Venerdì mattina, invece, si scopre che questa strada non è tecnicamente percorribile (servirebbero alcuni giorni), ma dopo l’iniziale sbandamento nel primo pomeriggio scatta il piano B. La bozza con la compagnia “Elite”, già stipulata il 3 luglio, è valida, perchè l’istituto era stato depennato dalla Lega due giorni dopo. Quindi eccoci al momento topico. Manca solo la firma del presidente Proto per sottoscrivere la fidejussione. Ma c’è il colpo di scena che segna la fine del Messina. Proto chiede al suo staff un riscontro concreto alle dichiarazioni fatte da tutti i calciatori di rinuncia a buona parte degli stipendi. In pratica aveva il timore che di fatto, in alcuni casi, non ci fosse la reale disponibilità a rinunciare ai soldi. In sostanza, bastava che solo uno dei tanti tesserati reclamasse l’indomani i propri stipendi e tutto il castello sarebbe crollato. Con conseguenze anche pesanti per il presidente. “Posso avere sbagliato in altre cose nella gestione societaria, ma ci ho messo il cuore – ci dice stasera Proto – ed è giusto che si sappia che non ero disposto a fare dichiarazioni sulla rinuncia degli stipendi di alcuni calciatori, senza avere chiari riscontri. Per questo, con grande sofferenza, non ho firmato la fidejussione”. PIANETA MESSINA Share