Troppa fiducia a scatola chiusa. Anche da club e calciatori 18 by Pianeta Messina in Cat.3 — 15 Lug, 2017 Come un lutto. E il risveglio è stato come un tuffo al cuore. Non era un incubo, purtroppo è tutto maledettamente vero. Il Messina non c’è più. Il “capolavoro” della mancata iscrizione è stato compiuto. Dopo mesi di messaggi imbonitori, di apparente normalità, di sorrisi e progetti, di stadio futuristico con l’effetto del nuovo “Celeste”, di oltre mille abbonati che hanno creduto ciecamente a ciò che gli veniva propinato. Un castello di sabbia che ieri si è sgretolato per un semplice motivo. Mancavano le fondamenta. E oggi, chi ha deciso di sponsorizzare mediaticamente, alcuni mesi fa, l’ingresso di Franco Proto e del suo staff, se la cava con un silenzio assordante, oppure con poche righe asettiche o con la solita “salsa” del pesante fardello ereditato. Insomma, neanche il buonsenso di spiegare perchè era stato deciso di scommettere a occhi chiusi sul “cavallo vincente” Proto. Che di attenuanti ne ha qualcuna (imprenditori messinesi assenti) ma di colpe altrettante. La prima di essersi imbattuto, da solo, in un’avventura più grande di lui. E qui c’è stato il primo grande equivoco. Tutti eravamo convinti che Proto ci avrebbe fatto stare tranquilli almeno per l’ordinaria amministrazione. “Lavoreremo duro per abbattere il monte debiti – disse Proto l’1 Marzo dopo aver rilevato il Messina – ci vorrà qualche anno ma vogliamo farcela”. Quindi il patron e il suo staff parlavano solo della situazione debitoria. Per scalare quella montagna servivano anni, ma l’ordinaria amministrazione (stipendi, contributi e fidejussione) per i tifosi era una cosa scontata. E gli stessi sostenitori peloritani che giustamente sono scesi in campo – dopo la “marcia” dei calciatori fin sotto l’azienda di Stracuzzi – si sono invece fidati delle parole e del carisma di Proto che ha dispensato pillole di normalità e compattezza. Salvo poi svelare, dopo un po’ di tempo, di aver detto subito ai propri collaboratori di non essere il “salvadanaio” del Messina e di avere l’intenzione di mettere sul piatto al massimo 250mila euro. Concetto ribadito anche pubblicamente, tra l’altro, in una intervista in una emittente regionale. Cosa che ha creato un lieve attrito con la tifoseria, con un faccia a faccia il 25 maggio allo stadio che causò un momentaneo “silenzio” di Proto di qualche giorno e il rinvio del lancio della campagna abbonamenti. Quattro giorni dopo, il 29 maggio, Proto rivede i capi club e promette che la questione stipendi sarà risolta, annunciando un nuovo sforzo economico e la stipula di un contratto importante con uno sponsor che avrebbe dato liquidità alle casse. Il 30 maggio Proto scrive una lettera indirizzata ai tifosi tramite gli organi di informazione. Tranquillizzati i supporter, scatta la campagna abbonamenti. Ma da questo momento in poi, i capiclub si concentrano solo sulla raccolta del maggior numero di tessere, senza vigilare più su cosa stesse succedendo realmente all’interno della società sul fronte stipendi e contributi. E neanche il dietrofront dell’imprenditore Barbera del 20 maggio fu interpretato nella giusta misura. Eppure qualche capoclub, pur essendo venuto a conoscenza della motivazione addotta da Barbera (additato da Proto e dal dg Manfredi di avere usato l’episodio come un pretesto per tirarsi indietro) ha continuato a dare fiducia all’operato della società. Poi sappiamo come è andata a finire. Aspettiamo, ovviamente, che qualcuno ci smentisca. PIANETA MESSINA Share