Venghino signori, venghino

Venghino siore e siori, venghino. Ma con un bel gruzzoletto e un progetto limpido. Non solo soldi, dunque. Ma nomi e cognomi, ruoli, competenze. Credibilità. E’ finito il tempo degli avventurieri, dei parolai, dei buddaci insomma. E nessuno si offenda. Il bando del Comune, per una eventuale ammissione in Serie D, non lascia scampo ad eventuali imprenditori dell’immagine, di chi cerca l’etichetta di “salvatore della patria”. Qui, semmai, c’è da salvare la faccia, dopo non aver mosso un dito per salvare il nostro caro e indebitato Messina.

Ora ci vuole una barca di euro (almeno un milione) per approntare una società con la forza di vincere il campionato dilettanti. Poi ne serviranno altri se ti va bene con la promozione in C. Alla fine, a conti fatti, siamo lì. Quindi una scelta sconclusionata, a nostro sommesso avviso, quella di non dare ossigeno al Messina che stava ansimando.

Ormai è andata. E ognuno dovrà passarsi la mano sulla coscienza. Soprattutto se non dimostrerà subito e con i fatti, che la scelta di ripartire da un “nuovo” Messina era quella giusta. Quella più intelligente da freddo aziendalista calcolatore, ma certo non da uomo di calcio con tanto di cuore. Quello che non è bastato a Proto, come a Stracuzzi, che di soldi non ne avevano tanti (ma qualcosa ci hanno rimesso) ma che pur sbagliando ci hanno messo l’anima. Più di quelli che ora sfilano davanti al sindaco. Quelli che non c’erano quando bisognava tendere una mano.

PIANETA MESSINA