CHIAMATELA… COERENZA

Ognuno è libero di tifare per chi vuole. E in una città, come in tutte quelle del Sud, dove pullulano i colonizzati del tifo (Juve, Inter, Milan) non bisogna scandalizzarsi se qualcuno ha deciso quest’anno di saltare la staccionata anche fra le nostre mura. Qualcuno dirà che la “colpa” di questa diaspora è dell’attuale patron dell’Acr Messina, che nei primi due anni di gestione è stato incapace di risollevare le sorti del calcio messinese, dopo i disastri compiuti dai suoi predecessori.Le colpe del presidente Pietro Sciotto le conosciamo tutti, inutile tornarci. Ne avrà avute tante, di colpe, ma non quella di avere oggi a Messina due squadre nell’inferno della D. Un masochismo allo stato puro. Alla Tafazzi. L‘Acr “figlia” del fallimento targato Proto, l’altra “figlia” del Cdm. Tutto qui. Poi ognuno è libero di legarsi a chi vuole. Ma se lo “zoccolo duro”, con un atto di fede, ha deciso di non saltare la staccionata un motivo ci sarà. Si chiama coerenza, che nel marasma d’ipocrisia che ci circonda è roba rara. Due parole sul match di domenica. Servono i tre punti, è chiaro. Al di là dell’avversario. Il Messina, dopo il pari di Licata, vuole tornare a vincere per irrobustire la classifica in chiave play off (quindi ripescaggio). In vista della “finestra” di mercato per rimpolpare l’organico con giocatore più funzionali. Poi si vedrà. Il campionato non è anora finito.

PIANETA MESSINA