Messina piccolo piccolo, l’Avellino ringrazia. Urgono rinforzi

Gli alibi non reggono più. Ribadiamo il concetto. Questa squadra va rinforzata a gennaio. E chi pensa il contrario è in malafede. Qui non c’entra chi allena il Messina, qui è questione di qualità. E questa squadra, purtroppo, ne ha poca. Perchè il rischio più grosso è trovare sempre nella forza dell’avversario la “giustificazione” di una sconfitta. Come quella di oggi contro l’Avellino.

Messina conservativo fino al gol incassato. Gli irpini tengono in mano il pallino, ma non riescono a pungere un Messina ben organizzato. I peloritani si difendono senza soffrire e provano a sorprendere i campani in contropiede. Ma i rifornimenti per Adorante e Vukusic latitano. Al 32′, alla prima occasione, l’Avellino sblocca il match. Sugli sviluppi di un corner Lewandowski salva sul quasi autogol di Carillo. Sulla ribattuta si avventa Kanoute che insacca. Il Messina non riesce a reagire. E i timidi attacchi dei peloritani fanno il solletico alla difesa avversaria.

Nella ripresa il tecnico Capuano prova a svegliare la squadra dal torpore. Entra Russo al posto di Catania. Ma la musica non cambia. Al 52′ l’Avellino “flirta” con il raddoppio. Ma Di Gaudio conclude addosso alla difesa. Messina inconcludente, più brutto di un terreno di gioco inguardabile. I peloritani non riescono ad abbozzare una reazione. E al 70′ Lewandowski tiene a galla i biancoscudati sullo “scorpione” di D’Angelo.

Cinque minuti dopo arriva la prima conclusione in porta del Messina. Adorante con un colpo di tacco debole fa il “solletico” al portiere. Nel finale il tecnico peloritano inserisce anche Busatto. Ma il neo entrato si perde nel deserto offensivo peloritano. Nessuna palla giocabile. Messina slegato e senza mordente, nemmeno la forza per l’ultimo assalto finale. E la sconfitta è figlia di una prestazione da dimenticare in fretta.

Pianeta Messina