Ci pensa lui, il pifferaio. Pari di platino nella tana dei lupi

Sembrava finita. Ci pensa il “pifferaio”, in pieno recupero, a strappare un pari di platino. Piovaccari, lasciato in panchina da Raciti, salva il Messina. A conferma che questa squadra non può prescindere da un attaccante che “vede” e “sente” la porta. Che il vizio del gol non lo ha mai perso.

Messina che dopo 10 minuti aveva accarezzato il vantaggio con Adorante, ma il portiere Forte mette il guantone in uscita disperata e salva gli irpini. A trovare il gol è invece quattro minuti dopo l’Avellino con Aloi dal limite. Il timido tuffo di Lewandowski è poca roba per disinnescare un tiro non irresistibile. Gol mancato (Adorante troppo timido nella conclusione) e gol incassato. Solita regola non scritta in una partita che prende subito una piega storta. Messina che non reagisce, troppo timido, Avellino in controllo del match e vicino al raddoppio al 44′ con Kragl su punizione. Lewandowski stavolta c’è.

Nella ripresa Raciti attinge dalla panchina, con gli innesti di Piovaccari e Trasciani al posto di Marginean e Camilleri. Ma lì, in avanti, non succede nulla. Messina che non guadagna campo, Avellino che dà l’impressione di voler gestire il vantaggio. Dentro, tra le file peloritane, anche Statella per Goncalves ma è l’Avellino che punge su punzione con il solito Kragl,
Lewandowski mette i guantoni.

Il Messina si sveglia solo nel finale. Sfiora il pareggio con Trasciani con un piattone da ottima posizione. Quasi un rigore in movimento, ma la mira è sbagliata. Insiste il Messina, ci prova prima con Russo poi con Rondinella. Nulla da fare. Poi, quando tutto sembrava finito, arriva il pareggio. Minuto 92, Busatto (in campo dal 79′) ruba palla nella trequarti e serve un pallone d’oro per Piovaccari che appena dentro l’area s’inventa un colpo chirurgico che lascia di stucco il portiere Forte. Esplode la gioia dei peloritani e dei tifosi al seguito. Un punto di platino.

Pianeta Messina