MESSINA “FORMICA” NELLA TANA DEI LUPI

Messina formichina, che va avanti a pareggi. Qualcuno ingiusto (almeno in tre partite) con la vittoria che sembrava in pugno. E con la storia dei tre punti, purtroppo perdere poco (tre volte in dieci partite) non ti premia in classifica. Così, per ora, i 9 punti non rendono giustizia (per il gioco espresso) a una squadra che tra pregi e difetti dà l’impressione di potersela giocare con tutti.

Anche con il rinato Avellino che con la “cura” Biancolino ora sta marciando spedito. Trasferta che i biancoscudati affronteranno con l’arma più importante: lo spirito di gruppo. Un Messina che sa correre in campo, facendo viaggiare bene il pallone, al netto però di qualche limite dovuto alla giovane età della rosa. Ed è ovvio che l’assenza in organico di qualche marpione (che però costa avere) che ti fa la differenza nei momenti topici di una match, spesso pregiudica l’esito finale più atteso, cioè la vittoria. Quindi la speranza è che, ogni tanto, si incastrino ad hoc le variabili che ti portano al successo. Ma è ovvio che i valori tecnici sono questi, da squadra che può solo pensare a salvarsi.

Questo ci ha propinato il presidente Sciotto. L’ennesima stagione per galleggiare nell’anonimato, alla faccia di ogni asticella, con l’aggravante delle solite tarantelle estive in tema di cessione societaria. Molto rumore per nulla, parafrasando la commedia teatrale scritta da
Shakespeare. E l’attore principale di questa pièce ha un nome e cognome.

Pianeta Messina