Un Messina piccolo piccolo, “figlio” del suo padre-padrone, fa gioire anche la Cavese

E ora che succede? Il Messina è alla deriva. Siccome i presidenti, anche quelli incapaci, non si dimettono, ci aspettiamo che almeno l’allenatore e il ds prendano atto che questa squadra – costruita con un budget da fame proposto dal loro datore di lavoro – è proprio scarsa. E tolgano il disturbo, lasciando al “signor S” il cerino in mano. Perchè nel calcio, come nella vita, c’è una cosa importante che si chiama dignità. Perchè in questa serata horribilis di Halloween, il fantasma giallorosso è stato castigato dalla Cavese, neo promossa, ribaltando l’illusorio vantaggio di questo Messina piccolo piccolo.

Primi scampoli di partita a ritmi blandi, atteggiamento accorto di entrambe le squadre per non offrire il fianco agli avversari. Con il passare dei minuti il Messina alza i giri del motore e si affaccia in area avversaria. Al 5’ Frisenna prova a “stappare” il risultato dalla distanza, la sfera si spegne sul fondo. È l’antipasto del vantaggio che arriva quindici minuti dopo. Cross di Lia e tocco con la spalla di Petrungaro che fulmina Boffelli. La Cavese, incassato il gol, prova a alzare la testa. I peloritani serrano le fila chiudendo ogni pertugio. Ma al 40′ i campani acciuffano il pari. Conclusione di Diop deviata da Rizzo che beffa Krapikas e firma il pareggio.

Nella ripresa cambia il “film” della partita. Cavese che scende in campo con gli occhi della tigre e Messina che sembra una preda impaurita. Al 61’ i campani passano in vantaggio. Rinvio di Moffelli, dormita di gruppo tra la difesa e Krapikas, ne approfitta Fella che sigla il raddoppio.

Tre minuti dopo arriva anche il colpo del ko con Vigliotti che di sinistro insacca. Da qui in poi è una litania, con la Cavese che tiene in mano il pallino e un Messina piccolo piccolo che con il passare dei minuti si sgretola sempre di più. E il fischio finale sancisce l’ennesima umiliazione dopo la scoppola di Avellino.

Pianeta Messina