Retrocessi. L’ultima “perla” griffata Lo Monaco 1 by Pianeta Messina in Cat.5 — 2 Mag, 2015 Retrocessi. Davanti ai propri tifosi, davanti alla Reggina che invece ci spiattella in faccia l’immensa gioia per la salvezza strappata per i capelli. Peggio di così non poteva finire. Un film dell’orrore che questa squadra, costruita male e ritoccata peggio, ci ha propinato in questa stagione disgraziata. Retrocessi, il resto sono solo chiacchiere. E prendersela con i giocatori sarebbe l’errore più grave. Diceva bene, tempo fa, il buon Grassadonia: “Questi siamo”. Piuttosto il colpevole per questa atroce disfatta ha un nome e cognome: Pietro Lo Monaco. E non si offenda il presidente. Tutto il resto sono solo chiacchiere. Questa squadra, con un tasso tecnico così mediocre, l’ha costruita lui. E oggi il cerchio si è chiuso. Di Costanzo rispolvera Silvestri in difesa al posto di Altobello. In panchina finisce anche Damonte, per far spazio a una seconda punta, Orlando, rispetto al match d’andata. In cabina di regia c’è Mancini, coadiuvato da Izzillo e Nigro chiamati alla doppia fase. E a ridosso delle due punte Corona e Orlando c’è Ciciretti nelle vesti di trequartista. E il giovane biondino sembra il più ispirato tra i giallorossi. Pronti via e Messina subito pericoloso al 6′ con un tiro a giro di Corona che sorvola la traversa. La replica della Reggina è firmata da Benedetti con un destro velenoso che abortisce sul fondo. Avvio equilibrato, con gli ospiti che non disdegnano sortite offensive ed il Messina che appare molto nervoso e confusionario. Cerca di approfittarne la Reggina che al 22′ sfiora il vantaggio sugli sviluppi di una punizione di Insigne. Il portiere Berardi è incerto nell’uscita e Ungaro incorna a dua passi dalla porta, spedendo fuori. Il Messina si sveglia due minuti dopo, con una incursione del peperino Ciciretti che s’infila palla al piede in area, ma il destro secco viene respinto dalla difesa. Ma il finale di primo tempo è di marca amaranto con due occasioni, in area, tra i piedi di Viola e Insigne nel giro di cinque minuti. In entrambi i casi, è bravo Pepe a mettere una pezza. Finisce il primo tempo, gli animi sono accesi, la tensione è alta e nel tunnel che porta agli spogliatoi vola qualche parola grossa. Necessario l’intervento degli stewart per evitare il peggio. La bagarre, tra spintoni e insulti, causa un ritardo di un quarto d’ora nel rientro in campo. E la Reggina si ripresenta senza il suo allenatore in panchina. Tedesco, infatti, espulso dall’arbitro, finisce in tribuna accanto al presidente Foti. La ripresa vede subito il Messina in attacco alla disperata ricerca del gol salvezza. Peloritani a testa bassa e fioccano le azioni da gol nell’area Reggina. La prima, al 49′, con la parata di Belardi su punizione di Ciciretti, tre minuti dopo con Corona che sul più bello viene stoppato dalla difesa calabrese. Al 55′ la Reggina resta in dieci per l’espulsione (doppio giallo) di Benedetti. Con la superiorità numerica, aumenta la pressione del Messina. E al 59′ c’è un salvataggio di Cirillo che rischia l’autogol su cross dalla sinistra. Un minuto dopo arriva l’occasione ghiotta sul destro di Benvenga, che solo davanti a Belardi, sugli sviluppi di un corner, spara incredibilmente alto. Ci prova ancora il Messina che non è fortunato in almeno tre occasioni. Prima con Donnarumma, poi con Ciciretti, infine con Orlando che al minuto 79 costringe Belardi a un autentico miracolo. Il Messina, a conti fatti, meriterebbe il gol salvezza, invece a tre minuti dal 90′ becca il gol retrocessione. A segnarlo è Balistreri che di testa insacca alle spalle di Berardi sugli sviluppi di una punizione calciata da Zibert. Cala il gelo al “San Filippo”, esplode la festa dei tifosi reggini. Piovono in campo fumogeni nell’area della Reggina, l’arbitro sospende la partita per alcuni minuti. Poi si riprende, ma non succede più nulla. Succede, purtroppo, che il Messina retrocede in Serie D davanti ai propri tifosi. L’ultima “perla” di questo Messina targato Lo Monaco. PIANETA MESSINA Share