Rimpatriata di Catalano. “A Messina anni indimenticabili” 0 by Pianeta Messina in Cat.4 — 9 Dic, 2015 Beppe Catalano, un pezzo di storia del Messina. Erano gli anni ruggenti dei “bastardi” di Scoglio, la fantasia al potere, un feeling perfetto tra squadra di calcio e città. Altri tempi, altro calcio. Oggi Catalano (nella foto negli studi di Agrigento Web) vive ad Agrigento, ha una scuola calcio, ma il Messina gli è rimasto nel cuore. Quattro anni in riva allo Stretto, un campionato vinto nel 1986, con la fantastica promozione in Serie B. Ai più giovani, che non hanno vissuto quegli anni indimenticabili, diciamo solo che Catalano era una delizia per i buongustai del calcio. Centrocampista dai piedi vellutati, fantasia, vizio del gol. Ne ha realizzati 40, alcuni indimenticabili. E il più bello ce lo ricorda proprio lui. “Quello che ho fatto al Celeste contro il Monopoli – ci racconta subito Catalano – lo sanno tutti. Sono partito dalla mia trequarti, ho fatto quasi tutto il campo, credo di avere scartato quasi tutti gli avversari e poi sono andato direttamente in porta. E’ stato un gol incredibile”. – Beppe, possono passare anche 25 anni ma i tifosi ti ricordano sempre con grande affetto. Ti sei chiesto perchè? “In quegli anni c’è stata una simbiosi pubblico-giocatori. Quindi ci rispettavamo e ci volevamo bene tutti. Poi l’umiltà che avevo mi faceva amare molto dai tifosi. In quegli anni abbiamo quasi sempre vinto, abbiamo portato il Messina in B dopo tanti anni, poi ci siamo riconfermati, la squadra giocava benissimo. Grazie a tutte queste cose i tifosi si ricordano ancora di me e dei miei compagni di squadra di quegli anni bellissimi. Io sarò sempre grato a Messina per tutto l’affetto che ho ricevuto e che ricevo ancora”. – Eri uno dei prediletti di Scoglio. Diceva che ti avrebbe fatto giocare anche con una gamba… “Scoglio ha dimostrato di essere stato uno dei migliori allenatori in Italia. Purtroppo il suo carattere un po’ scontroso non gli ha permesso di arrivare a grandissime squadre, ma l’avrebbe meritato. Scoglio ha avuto il merito di farci rendere al massimo. Ha permesso che io andassi all’Udinese, che Schillaci e Napoli andassero alla Juve, poi Mancuso al Milan. Ha fatto un gran lavoro, lo ricordo con nostalgia e con grande affetto”. – Sull’intitolazione dello stadio cosa ne pensi? “Anch’io all’inizio, onestamente, pensavo Franco Scoglio. Però credo che la messinesità di Ciccio Currò superi il mister. E’ una bella lotta, però credo che nella scelta non abbia pesato solo la messinesità ma ciò che Scoglio ha dato come allenatore al Messina. Però Ciccio Currò è stato fedele nei secoli al Messina, anche lui meriterebbe l’intitolazione dello stadio”. – Insegni calcio ai bambini. La prima cosa che gli dici? “Ai bambini insegno soprattutto la lealtà, il divertimento. A cinque sei anni non vogliamo illudere nessuno, non è giusto. Se poi qualcuno ha la fortuna, i mezzi per emergere ben venga. L’importante è togliere questi giovani dalla televisione, dai computer, il calcio è aggregazione”. – Torniamo alla partita di sabato. Un pronostico? “Siccome il cuore è a metà, mettetevi nei miei panni, per me fare un pronostico è un po’ difficile. Se finisce pari non sono scontento, saranno ovviamente scontenti i tifosi messinesi che vorrebbero vincere. Io spero in un pareggio con un bel gioco e un bello spettacolo in campo e sugli spalti. Mi piacerebbe venire a Messina. Un po’ di amici mi hanno invitato, anche per fare un giro in campo. Se riesco a organizzarmi in extremis verrò a Messina. Sarà un vero piacere”. – Del Messina che ne pensi? “Il Messina è partito benissimo, ha sfruttato l’entusiasmo iniziale, ha una buona classifica anche se ultimamente ha rallentato. Ora bisogna vedere a gennaio, c’è il mercato di riparazione. La società se vuole puntare ai play off saprà cosa fare”. PIANETA MESSINA Share